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Tutto ovunque e tutto in una volta è stato girato in meno di 40 giorni

Tutto ovunque e tutto in una volta è stato girato in meno di 40 giorni
Erica

Di Erica

12 Aprile 2022, 12:58


Tutto ovunque, tutto in una volta vanta una svolta incredibilmente rapida per un film così complesso, secondo le star Michelle Yeoh e Jamie Lee Curtis. Il successo dell’A24 racconta la storia di Evelyn Wang (Yeoh), un’immigrata cinese che lotta per mantenere a galla la sua attività di lavanderia a gettoni. In una sconvolgente svolta degli eventi, scopre l’esistenza di più universi e presto si ritrova in missione per salvarli tutti dalla distruzione.

Da quando il film è uscito per la prima volta a marzo, Everything Everywhere All at Once ha ricevuto recensioni estremamente positive. Molti hanno elogiato la gestione magistrale del film del concetto di multiverso, così come la profondità e il cuore della sua sceneggiatura. I critici hanno anche applaudito il team di regia di Dan Kwan e Daniel Scheinert, noti collettivamente come Daniels, per la loro visione “trippy” ma ben eseguita in Everything Everywhere All At Once.

Anche le star di Everything Everywhere All At Once stanno elogiando i Daniels per come hanno gestito il set durante la produzione. In una recente intervista con Collider, Yeoh e Curtis hanno rivelato che Everything Everywhere All at Once è stato girato piuttosto rapidamente, in soli 37 o 38 giorni. Yeoh ha definito Daniels “geni della tecnica”, accreditando il loro background nel montaggio e aggiungendo che a volte i due montavano nel bel mezzo delle riprese. Lei disse:

“Daniels sapeva esattamente cosa stavano facendo. Conoscevano la sceneggiatura dentro e fuori, avanti e indietro, su e giù e tutto intorno. Era come se fossero il bagel di tutto. Avevano tutto dentro quelle due teste. Loro’ sono come i geni del male. Penso che la cosa più importante fosse, [they were] così ben preparati, che sono stati in grado di trovare il tempo per provare piccoli aggiustamenti lungo la strada”.

Girare un film in circa 30-40 giorni è una cosa, ma per un film complicato come Tutto ovunque tutto in una volta, la rapida inversione di tendenza rende l’impresa ancora più impressionante. Forse il segreto del successo sta nell’avere registi che hanno loro stessi una direzione; una visione chiara di esattamente ciò che vogliono e come realizzarlo. Come ha notato Yeoh, Kwan e Scheinert sono arrivati ​​sul set ben preparati, lasciando abbastanza spazio di manovra per apportare modifiche se necessario. Naturalmente, anche una sceneggiatura ben scritta probabilmente ha aiutato, insieme a membri dell’equipaggio collaborativi che sapevano come legare ogni elemento in un unico pezzo coeso.

Per quanto popolari siano i multiversi tra i circoli di fantascienza e supereroi, il concetto stesso è estremamente difficile sia da scrivere che da eseguire, soggetto a incoerenze e alla capacità di lasciare il pubblico più confuso che sconvolto. Certo, Everything Everywhere All at Once ha il vantaggio di raccontare una storia nuova e originale, a differenza di franchise come Marvel e DC, che devono costruire personaggi e trame già consolidati nei loro multiversi. Tuttavia, Everything Everywhere All at Once sembra aver trovato il punto debole quando si tratta di narrazione multiverso, per non parlare di come farlo in modo estremamente efficiente, e altri registi farebbero bene a prenderne nota.

Fonte: Collider

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