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The Power Of The Dog Review: il film di Jane Campion è un avvincente must-watch

The Power Of The Dog Review: il film di Jane Campion è un avvincente must-watch
Marco

Di Marco

18 Dicembre 2021, 09:04


Il potere del cane è un film inaspettato, che accompagna il suo pubblico in un viaggio sorprendente e complesso, così ricco di sfumature che ci vorrebbe più di una visione per apprezzarlo completamente. Scritto e diretto da Jane Campion, il western è mozzafiato poiché esplora la mascolinità nelle sue molteplici forme, rimuovendo gli strati attraverso due uomini molto diversi nella sbiadita vita da allevatore del Vecchio West. Basato sull’omonimo romanzo di Thomas Savage, Campion’s Il potere del cane — la sua prima dal 2009 Stella luminosa – è irremovibile nella sua profondità e analisi, visivamente sbalorditivo, accattivante e sostenuto da prestazioni eccezionali.

Ambientato nel 1925 Montana, la storia segue Phil (Benedict Cumberbatch) e George Burbank (Jesse Plemons), fratelli che sono molto diversi nel comportamento e nella visione della vita. Phil è un allevatore per scelta, abbracciando completamente questo stile di vita dopo essere stato influenzato dal suo defunto mentore Bronco Henry nonostante si fosse laureato il primo della sua classe. Le finanze e il decoro sociale che lascia nelle mani di George. A differenza di George, Phil è profondamente crudele, spinge allegramente i pulsanti degli altri e li maltratta al punto che temono di parlare contro di lui. Entrano in scena Rose Gordon (Kirsten Dunst) e suo figlio Peter (Kodi Smit-McPhee), che lavorano in un ristorante in città. Dopo che Rose sposa George e si trasferisce al ranch, Phil si diverte a disturbarla mentre alla fine prende Peter, che all’inizio Phil ha deriso pesantemente, sotto la sua ala protettiva.

Kodi Smit-McPhee in Il potere del cane

Lentamente ma sicuramente, Il potere del cane rimuove gli strati della mascolinità in tutte le sue forme, decostruendola strada facendo. Phil incarna molti comportamenti maschili stereotipati. Ha molto orgoglio e testardaggine, con il lavoro manuale e la forza fisica che sono un attributo importante con cui definisce ciò che un uomo dovrebbe essere. Peter è l’esatto opposto: allampanato, educato, effeminato (Phil lo fa il prepotente dopo aver appreso che Peter ha fatto fiori con gli avanzi di carta). Phil decide di fargli da mentore per quanto riguarda l’allevamento e la virilità, non convinto che Rose abbia fatto un buon lavoro. Man mano che la loro relazione si evolve, la storia cambia, approfondendo ulteriormente le loro identità e le ipotesi che Phil ha su Peter, che ascolta e impara in silenzio dall’uomo più anziano.

Il film di Campion è sottile, profondamente stratificato nel suo approccio a entrambi gli uomini, le loro opinioni reciproche e cosa significa veramente essere una figura maschile nella società. A quello scopo, Il potere del cane fornisce un’analisi misurata e profonda dei suoi personaggi e dei suoi argomenti. Man mano che il film va avanti, diventa più sconcertante. Phil si sente così spesso come una mina vagante, il suo spirito meschino sembra renderlo prevedibile quando è tutt’altro. L’accumulo allettante rende ogni fase del viaggio ancora più cruciale per il finale del film. È quasi come se un’incudine aspettasse di essere lasciata cadere da un momento all’altro, e il pubblico potrebbe ritrovarsi a trattenere il respiro in attesa di ciò che verrà. Ma proprio mentre vengono in mente alcune idee su dove andrà la storia, il film prende diverse svolte che elevano e arricchiscono la narrazione pur mantenendo un elemento di sorpresa.

Kirsten Dunst ne Il potere del cane

Oltre alla sua narrazione sfaccettata, l’ambientazione del Montana, con le sue colline tentacolari e gli ampi spazi aperti, dà Il potere del cane un senso di libertà mentre diventa sempre più soffocante per i personaggi col passare del tempo. La splendida fotografia di Ari Wegner, che cattura il paesaggio polveroso e in sordina, il sole che luccica sulla terra e sui volti dei suoi personaggi, è una gioia per gli occhi. Il ranch è remoto, distante da una società in continua evoluzione, con Phil aggrappato a ciò che era e disinteressato a cambiare, idealizzando uomini come Bronco Henry (il cui rapporto con Phil rimane indefinito, aggiungendo al fascino misterioso del film). La partitura, di Jonny Greenwood (Spencer) è avvincente, a complemento della natura inquietante del film che è resa ancora più pronunciata dalla sua ambientazione appartata.

Se c’è qualcosa di cui brontolare, è la mancanza di concentrazione su Dunst’s Rose, che inizia a bere molto alcol dopo essersi trasferita al ranch. Nonostante la mancanza di attenzione per il suo personaggio, Dunst offre una performance commovente come una donna a spirale che è innervosita dalla presenza di Phil. Cumberbatch è al top della forma, volutamente crudele, emette abbastanza carisma da consentire agli spettatori di capire perché altri personaggi preferiscono interagire con lui rispetto al un po’ goffo George, pur mantenendo Phil come una persona antipatica. Il turno di Cumberbatch nei panni di Phil potrebbe essere la migliore performance in carriera. Plemons è molto in un ruolo di supporto, il suo personaggio scompare spesso in città e non è disponibile a prendersi cura di sua moglie. Smit-McPhee, come Cumberbatch, offre prestazioni eccezionali e stratificate che affascinano completamente. Tutto sommato, il film di Campion è meravigliosamente realizzato e dettagliato, emotivamente efficace e stratificato in sfumature di significato sulla mascolinità. Affascinante in ogni modo, Il potere del cane è un trionfo.

Il potere del cane è ora disponibile per lo streaming su Netflix a partire dal 1 dicembre. Dura 126 minuti ed è classificato R per brevi contenuti sessuali/nudità totale.

Questa recensione è stata originariamente pubblicata il 19 ottobre come parte della copertura di Screen Rant del Middleburg Film Festival 2021.

Date di uscita principali The Power of the Dog (2021)Data di uscita: 17 novembre 2021


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