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Un nuovo studio ha rilevato che solo il 7% dei film del 2021 presentava più personaggi femminili che maschili. Negli ultimi anni, c’è stato un grande cambiamento verso l’inclusione di genere a Hollywood, con movimenti tra studio come Time’s Up che sono emersi sulla scia di innumerevoli accuse di molestie contro una vasta gamma di figure del settore. Sebbene il movimento sia stato inizialmente fondato per combattere le molestie sessuali, alla fine ha anche messo in discussione questioni come la parità di genere, la sicurezza, l’equità e l’inclusione, determinando la creazione di nuove organizzazioni e la fissazione di scadenze per l’istituzione di cambiamenti permanenti nel settore.
Tuttavia, sembra che questi obiettivi non siano ancora stati raggiunti e molte organizzazioni riferiscono che negli anni successivi all’istituzione di Time’s Up, la parità di genere è ancora un problema diffuso. Secondo John Heywood, economista del lavoro presso UWM, le star donne guadagnano in media 1 milione di dollari in meno per film ed è molto più probabile che abbiano carriere più brevi rispetto alle loro controparti maschili. Allo stesso modo, nonostante il 2019 abbia visto un numero record di donne che lavorano nell’industria cinematografica, erano ancora molto più numerose degli uomini. La critica è stata particolarmente concentrata sugli Oscar, dove solo due dei 73 vincitori della categoria Miglior Regista sono state donne.
Ora, come riportato in Variety, un nuovo studio del Center for the Study of Women in Television and Film della San Diego State University rileva che solo il 7% dei film usciti nel 2021 presentava più donne che uomini. Sottolinea che l’85% dei film usciti in quell’anno presentava più personaggi maschili che femminili, mentre l’8% presentava un numero uguale. Descrive inoltre che il 2021 ha visto una diminuzione dei principali personaggi femminili rispetto al 2020, passando dal 38% al 35%, che è solo leggermente compensato da un aumento del 2% delle protagoniste soliste.
Allo stesso modo, lo studio è particolarmente dannoso per l’inclusione di BIPOC; nonostante un aumento dei ruoli asiatici e latini per le donne, questo è limitato a una manciata di film. Quando questi vengono rimossi dal conteggio, i ruoli per interpreti provenienti da quel contesto sono diminuiti o sono stati uguali al 2020. Inoltre, lo studio evidenzia la tendenza ai ruoli femminili nei drammi rispetto ad altri generi e la maggiore probabilità che una regista o scrittrice sia correlata con una protagonista femminile. Il più grande risultato dello studio, quindi, è che la spinta all’inclusività di Hollywood è appena iniziata e dovrà fare progressi più significativi nei prossimi anni per vedere risultati concreti.
Con gli Oscar del 2022 che sembrano la prima volta che ci saranno due donne vincitrici del miglior regista, questo studio evidenzia come, nonostante la maggiore inclusività, c’è ancora del lavoro da fare. In effetti, mentre le cifre per le prestazioni femminili sono abbastanza pessime, la recitazione è ancora molto avanti rispetto alla disparità che si trova dietro la telecamera. Se Jane Campion vincerà il premio quest’anno, sarà sicuramente un grande momento per la parità di genere, ma è importante ricordare che non riflette il più ampio panorama di Hollywood.
Fonte: varietà
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