© 2024 Asiatica Film Mediale.
Il genere della nunsploitation può essere difficile da padroneggiare, provocando reazioni di divisione a causa del trattamento del materiale in questione. È il caso del controverso The Devils di Ken Russell e dell’ultimo di Paul Verhoeven, Benedetta. Agnes di Mickey Reece è un orologio piuttosto sconcertante poiché tenta di intrecciare gli aspetti della possessione demoniaca con un dramma del personaggio sul dubbio religioso, che non funziona sempre bene. L’imprevedibilità è la più grande forza di Agnes; il suo genere ibrido presta un miscuglio di emozioni, emergendo alla fine come un racconto crudo sulla perdita.
I vertici della diocesi affidano al disgraziato padre Donaghue (Ben Hall) il ruolo di sacerdote-esorcista, al quale viene chiesto di essere accompagnato dal neolaureato in seminario Benjamin (Jake Horowitz). Sebbene questa decisione sia uno stratagemma deliberato della chiesa per condannare Donaghue, considerando che ha una storia di molestie sui bambini, Donaghue viene presentato come un uomo sempre pronto a condividere la sua cinica saggezza con Benjamin, con grande disappunto di quest’ultimo. Reece, in nessun modo, intende che Agnes sia un film completamente serio, poiché ci sono casi deliberati creati per indurre una risata, come quando sorella Honey si adula per quanto sia attraente Benjamin, e il modo quasi comico in cui Agnes posseduta morde padre Naso di Donaghue spento. Dopo l’esorcismo fallito, viene chiamato in causa l’esorcista scomunicato e celebrità Father Black (Chris Browning), che porta a una serie di momenti che sono allo stesso tempo ridicoli e spaventosi in modo estremamente tiepido.
Padre Donaghue (Ben Hall), Benjamin (Jake Horowitz) e Madre Superiora (Mary Buss) ad Agnes
Il pubblico viene introdotto alla serie di imprevedibilità in Agnes abbastanza presto poiché le inquadrature introduttive previste vengono sovvertite fin dall’inizio. Un gruppo di suore si riunisce a messa, solo per essere interrotto da una volubile sorella Agnes (Hayley McFarland), che vomita parolacce contro le sue consorelle, lanciando la torta della comunione ai loro volti scioccati, facendo levitare le stoviglie e sparando loro attraverso la stanza. Il tono non è né troppo serio né troppo comico, facendo in modo che il pubblico indovini per che tipo di film si trovi. La premessa centrale è quella di una possessione demoniaca all’interno di un convento e delle ripercussioni che seguono un rituale di esorcismo fallito.
Contrariamente alle aspettative, la protagonista Agnes non è affatto l’asse del film – piuttosto, è la sua amica, Sister Mary (Molly Quinn), che l’offerta ibrida di genere segue fedelmente dopo la prima metà. Essendo stata vicina ad Agnes e conoscendo la perdita acuta, Mary lotta con la sua fede, lasciando il convento dopo l’incidente disastroso e traumatico, cercando di farcela da sola nel mondo duro e pratico. L’aura ironica e pastiche della prima metà inizia lentamente a sgretolarsi, mentre Mary tenta di riempire il vuoto lasciato dentro di lei, destreggiandosi tra i lavori a salario minimo con il confronto e la pace con il passato, mentre guarda verso un fosco futuro. Un’aura inquietante attanaglia il racconto di Mary, e Quinn si esibisce in una performance straordinaria, emozionando le varie fasi del suo dolore in modo sorprendente.
Mary (Molly Quinn) in Agnes
Mentre Agnes soffre di una mancanza di coesione e tenta di suscitare varie emozioni tutte in una volta, riesce a coinvolgere, sorprendendo con il suo svelamento narrativo a forma libera. Il finale di Agnes potrebbe sembrare improvviso o insoddisfacente per alcuni. Forse è deliberato, soprattutto considerando che la vita non ha risposte facili o comode ed è difficile essere fedeli a se stessi in mezzo a un’acuta perdita e certezza, con la ricerca della conoscenza di Dio immersa in un nulla sorprendente. Reece lascia che i suoi ultimi momenti si immergano nell’alone di genuina sincerità, avvicinando un tenero a una corsa movimentata e sorprendente.
Agnes è uscito nelle sale ed è disponibile in VOD il 10 dicembre 2021. Il film dura 93 minuti e al momento non è classificato.
.item-num::after { content: “https://www.asiaticafilmmediale.it/”; }
3 su 5 (buono)
The Unforgivable di Netflix si modella sull’omonima miniserie britannica del 2009, incentrata sul viaggio personale di desiderio, rimpianto e perdita dell’ex detenuta Ruth Slater (Sandra Bullock). Mentre la premessa di questi due adattamenti rimane la stessa, il dramma criminale di Netflix non riesce a catturare l’essenza centrale del libro di Sally Wainwright, nonostante faccia del […]
I western sembrano essere tornati di moda e The Last Son offre sicuramente molto stile, ma non abbastanza sostanza per lasciare il segno. Diretto da Tim Sutton (Donnybrook, Funny Face) e scritto da Greg Johnson, questa storia a combustione lenta non ha né la gravità per essere un western epico né il flash per essere […]