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Non è sempre facile catturare l’interiorità di una persona, soprattutto quando si tratta della percezione di se stessi e dei sentimenti complicati che ne derivano. Oggetti non identificati fa proprio questo in un modo premuroso, stridente e intimo. Diretto da Juan Felipe Zuleta da una sceneggiatura di Leland Frankel, Unidentified Objects è un film sorprendente e bello che esplora l’immagine di sé, la percezione e il sentirsi un emarginato in una società che è pronta a mettersi da parte invece di capire. Ancorato dalle adorabili interpretazioni di Matthew Jeffers e Sarah Hay, il film, con il suo titolo fuorviante, vale la pena guardare.
Peter (Matthew Jeffers), un gay solitario con nanismo, ha molti debiti medici, dolori fisici ed emotivi e nutre molta rabbia nei confronti del mondo. Quando la sua vicina, Winona (Sarah Hay), chiede di prendere in prestito l’auto di Peter per guidare in una zona remota del Canada sostenendo di essere stata prelevata dagli alieni della Galassia di Andromeda, Peter è titubante e frustrato dal fatto che lei possa chiedere un favore così eclatante. Con la promessa di pagamento e la curiosità che aprono la strada, Peter accetta di lasciare che Winona guidi l’auto in Canada a una condizione: Peter va con lei. Insieme intraprendono un viaggio che consoliderà la loro amicizia, nonostante sia iniziata con il piede sbagliato, e trasformerà Peter mentre è alle prese con se stesso, il suo senso di colpa, la sua rabbia e la visione del mondo.
Oggetti non identificati è un dramma di viaggio su strada che è esemplare nella gestione dei suoi temi. Peter non crede che Winona stia dicendo la verità sull’essere stata scelta dagli alieni, ma man mano che gli eventi si susseguono, l’idea che ci sia vita extraterrestre si accoppia con l’esplorazione della vita di Peter e il suo sentirsi un emarginato. In una scena particolarmente straziante, a Peter viene detto di uscire dall’auto e di interrogarlo da un poliziotto, o almeno così sembra. Il film occasionalmente offusca il confine tra realtà e sogni con grande efficacia, portando il passato e le emozioni di Peter in primo piano e costringendolo ad affrontarli piuttosto che nascondersi da loro come ha fatto per così tanto tempo. Oggetti non identificati è paziente nell’esplorare la vita interiore di Peter, il tumulto e il dolore che prova, così come la rabbia e, alla fine, la meraviglia per il mondo alla fine. Mentre il film crea una premessa selvaggia sugli alieni, non è interessato a concentrarsi sull’ignoto. Piuttosto, Zuleta e Frankel usano la possibile esistenza di alieni come punto di partenza per impegnarsi con l’umanità di Peter.
Matthew Jeffers e Sarah Hay in Oggetti non identificati
L’identità gioca un ruolo cruciale in Oggetti non identificati, che mostra non solo come Peter percepisce se stesso, ma come vede gli altri e viceversa. È anche alle prese con la sessualità e il senso di colpa con sensibilità e premura. Naturalmente, il film non sarebbe così toccante e profondo se non fosse per l’eccezionale interpretazione di Matthew Jeffers. L’attore, attraverso occhi emotivi, espressioni, inflessione e linguaggio del corpo, trasmette magistralmente le emozioni di Peter. C’è così tanto in quest’uomo ed è imbottigliato così in profondità che, per un po’, sembra che Peter non si aprirà mai. Tuttavia, Jeffers è in grado di alternare abbastanza bene il carattere irascibile di Peter e la sua vulnerabilità, mostrando al pubblico quanto sia davvero poliedrico il personaggio. Anche Sarah Hay è fantastica, infondendo a Winona meraviglia, sensibilità e grinta infantili. Come Peter, Winona non è solo ciò che la gente vede in superficie e Hay ritrae meravigliosamente le sue dimensioni.
Detto questo, Oggetti non identificati non danno a Winona la stessa caratterizzazione e interiorità di Peter. Ha meno da fare ed è più una compagna nel suo viaggio personale che altro. Mentre gli attori hanno una grande chimica insieme, la storia avrebbe potuto esplorare ulteriormente Winona. Inoltre, il film rallenta a metà prima di riprendere, quasi come se stesse iniziando a correre un po’ fuori strada prima di ritrovare la strada del ritorno. A dire il vero, queste cose non tolgono la qualità del film. È avvincente e intrigante, incentrato su due persone che non sarebbero state affatto amiche se non avessero intrapreso un viaggio inaspettato insieme. Con esibizioni sfumate e un’attenta esplorazione di sé, vale la pena guardare Oggetti non identificati.
Oggetti non identificati è stato presentato in anteprima a settembre al Fantastic Fest 2022. Il film dura 100 minuti e non è classificato.
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