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L’attrice Bonnie Aarons, protagonista di The Nun, ha citato in giudizio la Warner Bros. accusando lo studio di trattenere indebitamente la sua parte dei profitti derivanti dal merchandising, sostenendo che i documenti forniti erano incoerenti. Aarons interpretò la suora demoniaca Valak in The Conjuring 2 e riprese il ruolo in The Nun, diventato il film di maggior successo del franchise. Nel suo contratto originale era prevista una compensazione fissa e un bonus basato sulle performance al botteghino, ma prevedeva anche una parte dei profitti derivanti dalla licenza del merchandising.
Secondo quanto riportato dal Guardian, Aarons ha intentato una causa contro la Warner Bros. martedì. Sembra che il suo contratto originale per The Nun 2018 includesse una “compensazione fissa” di 71.500 dollari con un bonus di 175.000 dollari in base alle performance al botteghino, entrambi pagati. Tuttavia, prevedeva anche una “quota proporzionale del 5% del 50% del valore lordo” per l’utilizzo del suo volto sul merchandising e Aarons afferma che i documenti forniti dalla Warner Bros. tra il 2019 e il 2022 erano “incoerenti con le estese attività di merchandising”.
Invece di rendere conto e pagare in modo trasparente, la Warner Bros. oscura e nasconde la vera quantità della sua giusta quota dei ricavi del merchandising, mentre continua a sfruttarla.
La causa di Bonnie Aarons è solo l’ultimo caso di studio di Hollywood accusato di trattenere la giusta quota dei profitti di un film. Uno dei casi più noti riguarda Ed Solomon, sceneggiatore di Men in Black del 1997. Solomon sostiene che lo studio gli abbia costantemente comunicato che il film ha registrato perdite nonostante abbia incassato 589,4 milioni di dollari con un budget di 90 milioni di dollari e dato origine a una quadrilogia.
Le accuse di Solomon hanno portato diversi registi e sceneggiatori a rivelare che le dichiarazioni di profitto per i loro progetti di successo riflettevano anch’esse profitti nulli, tra cui i creatori di film come Source Code, Spider-Man: Homecoming e Army Wives. Questa problematica è simile a quella che è al centro dello sciopero di Hollywood in corso, in cui la Writers Guild of America (WGA) e lo Screen Actors Guild (SAG-AFTRA) lottano per una remunerazione equa. Molti scrittori e attori hanno condiviso gli incredibilmente esigui assegni di royalty per le serie di streaming di successo.
Resta da vedere come si risolverà questa particolare causa. La causa di Aarons è ben temporizzata per ottenere il sostegno pubblico, considerando le questioni al centro degli scioperi e il fatto che sta recitando in un nuovo film che potrebbe rivelarsi un altro successo al botteghino per il franchise. Considerando che è probabile che sul mercato inizino a comparire nuovi prodotti di merchandising per il sottofranchise di The Nun, il suo argomento potrebbe dimostrarsi valido.
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