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Quentin Tarantino svela la linea che non varcherà mai nei suoi film quando si tratta di violenza. Sin dal debutto del suo primo film Reservoir Dogs, Tarantino è noto per spingere i limiti della violenza sullo schermo. Le tendenze violente del regista sembrano persino aumentare con l’età, dato che il suo ultimo film Once Upon a Time In Hollywood presenta una delle sue scene più brutali e oltraggiose, una sequenza culminante in cui le stelle Leonardo DiCaprio e Brad Pitt infliggono danni orribilmente terrificanti ai membri della famiglia di Charles Manson.
Nonostante Tarantino si sia guadagnato una reputazione grazie a queste violenze indicibili in film come OUATIH, Pulp Fiction e Kill Bill, lo sceneggiatore/regista insiste sul fatto che ci sia una linea che si rifiuta di varcare, perché farlo distruggerebbe la natura evasiva dei suoi film. Parlando durante la sua recente masterclass alla Quinzaine des Cinéastes del Festival del Cinema di Cannes (tramite Variety), Tarantino ha affrontato il motivo per cui non farebbe mai violenza reale a un animale per creare cinema. Dai un’occhiata a ciò che ha detto nello spazio sottostante (intorno al minuto 33:07 del video):
“Ho un grande problema riguardo all’uccisione degli animali nei film. È un confine che non posso superare. Anche per gli insetti. A meno che io non stia pagando per vedere qualche documentario bizzarro, non pago per vedere la morte reale. Parte del motivo per cui tutto questo funziona è che è tutto finzione. Ecco perché posso sopportare le scene violente, perché stiamo solo scherzando. Un animale, un cane, una lama, una mosca, un ratto, non gliene frega nulla del tuo film. Ucciderei un milione di ratti, ma non necessariamente vorrei ucciderne uno in un film o vederne ucciso uno in un film, perché non pago per vedere la morte reale. Quasi sempre, non è solo la violenza a darmi fastidio. Di solito c’è anche un fattore incompetenza.”
Le nuove dichiarazioni di Tarantino rendono scontato che non ci sarà violenza reale sugli animali nel suo prossimo e ultimo film The Movie Critic, ma che dire del solito genere di violenza umana su umana accettabile per il regista? È lecito supporre, considerando la sua produzione passata, che Tarantino scatenerà una qualche forma di brutalità nel suo ultimo film. D’altra parte, potrebbe darsi che, dopo aver riempito nove film di atti violenti oltraggiosi, Tarantino sia pronto a realizzare il suo primo film privo di violenza?
Non si sa molto su The Movie Critic, ma il solo titolo sembrerebbe implicare un esercizio più tranquillo rispetto a film con nomi come Kill Bill o Death Proof. I pochi dettagli che Tarantino ha rivelato sul suo decimo e ultimo film – ambientato negli anni ’70 e che coinvolge un critico cinematografico reale che una volta ha scritto recensioni per una rivista porno – indicano anche un potenziale spazio per lui per realizzare un film insolitamente non violento.
Dato l’impegno di Tarantino nel corso della sua carriera nel rappresentare gli estremi della brutalità, sarebbe forse ingiusto aspettarsi che egli escluda del tutto la violenza nel suo ultimo film. D’altra parte, dopo una carriera incentrata sull’omicidio e il caos come sue caratteristiche distintive, Tarantino potrebbe ora credere che sia il momento di fare una dichiarazione drammatica mostrando che può effettivamente creare un film privo di violenza del tutto. Lo studioso di cinema Tarantino apprezzerebbe senza dubbio un tale gesto all’interno del film di addio di un grande regista, e dato che Tarantino si considera chiaramente un grande regista, il fascino di compiere un tale gesto potrebbe essere troppo grande per resistere.
Fonte: Quinzaine des Cinéastes/YouTube (tramite Variety)
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