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Four Samosas Review: il film ispirato a Wes Anderson è sincero e divertente

Four Samosas Review: il film ispirato a Wes Anderson è sincero e divertente
Marco

Di Marco

04 Dicembre 2022, 03:20


Four Samosas è la migliore commedia del 2022. Il secondo lungometraggio dello sceneggiatore e regista Ravi Kapoor è isterico, sincero e bello da vedere. La sua sceneggiatura e la regia sono quasi impeccabili. Il cast è perfetto e pieno di giovani talenti promettenti che gli spettatori probabilmente non hanno ancora visto, e il risultato è una commedia nitida senza eccessi. Sebbene il film sia in inglese, la rappresentazione della cultura indiana è diversa dal film medio visto dal pubblico americano, nel miglior modo possibile. Four Samosa imbottiglia la giovinezza, l’amore e Little India in una superba esperienza cinematografica.

Vinny (Venk Potula) trascorre le sue giornate vagando per la Little India di Los Angeles con la sua famiglia e i suoi amici. Ha un lavoro in un negozio di tessuti, ma le sue vere passioni sono il rap e la sua ex fidanzata Rina (Summer Bishil). L’unico problema è che lo sanno tutti tranne lui. Anche il suo amico Zak (Nirvan Patnaik) sogna di diventare una star di Bollywood, ma lavora in un ristorante di famiglia. Con l’aiuto della cotta di Zak Anjali (Sharmita Bhattacharya) e dell'”ingegnere” locale Paru (Sonal Shah), Vinny escogita un piano – derubare il padre di Rina dei suoi diamanti illegali – per realizzare tutti i loro sogni.

Venk Potula e Karan Soni in Quattro Samosa

La prima cosa che salta fuori di Four Samosas è l’influenza di Wes Anderson (The Grand Budapest Hotel). Dalle tute direttamente da The Royal Tenenbaums all’inconfondibile stile di ripresa di Anderson, le somiglianze sono chiare come il giorno. Ma Four Samosas rende omaggio pur continuando a fare le sue cose. La tavolozza dei colori ricorda i film di Anderson, ma l’inquadratura è popolata da splendidi abiti indiani con dettagli accattivanti. Anche la sceneggiatura e il tono sono simili, ma Four Samosas non è né pretenzioso né mira ai posti economici. La commedia è universale e offre continue ed enormi risate senza mai rinunciare a un centimetro della sua integrità.

Il cuore di Four Samosas è il suo cast. Semplicemente non ci sono cattive interpretazioni e, in coppia con la sceneggiatura di Kapoor, i due vanno insieme come due piselli in un baccello. Potula (Veep) è il motore della trama, ma il cast di supporto rende il film davvero speciale. I genitori di Potula, interpretati da Meera Simhan (New Girl) e Kapoor, hanno circa cinque scene tra loro due e rubano ogni secondo. Lo stesso vale per l’intero cast. L’ensemble non ha punti deboli e la loro energia collettiva è una meraviglia.

Sonal Shah, Nirvan Patnaik, Venk Potula e Sharmita Bhattacharya in Four Samosa

La visione di Kapoor di Little India è rinfrescante quanto il suo cast. La comunità è completamente esplorata mentre il personaggio principale cammina ovunque. Four Samosas ha una singola scena che si svolge in un’auto e quella piccola decisione, intenzionale o fatta per motivi di budget, cambia la carnagione del film. Molte battute vengono da personaggi che girano per questo quartiere che non viene praticamente mai rappresentato sullo schermo nei film statunitensi. Le riprese che mostrano quanto sia grande la comunità indiano-americana sono bagnate dal sole della California e l’occhio di Kapoor viene davvero messo a fuoco nelle scene nei parchi, nei campi da baseball e nelle case delle persone. Spesso quando si pensa a Chinatown o Little Italy, ci si concentra sui negozi e le attività commerciali. Ma Four Samosas ricorda al pubblico che le persone vivono e si godono la vita in questi stessi luoghi. Indipendentemente dal fatto che uno abbia visitato o meno, Four Samosas farà desiderare agli spettatori di conoscere ed esplorare questo gioiello culturale.

Four Samosas è esilarante, ben fatto e avvolge il pubblico con calore e umorismo fin dalla prima scena. Il paragone con Wes Anderson non può essere negato né considerato un ostacolo all’esecuzione del film. Tutto, dai costumi al cast, è una rappresentazione naturale e sicura della cultura indiano-americana. La prossima svolta di Kapoor dietro la telecamera sarà davvero qualcosa da guardare al futuro.


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