RIASSUNTO
- La fine del film “The Reptile” è intenzionalmente ambigua, permettendo agli spettatori di interrogarsi su ciò che stanno vedendo e creare le proprie interpretazioni.
- La scena del frisbee serve come contrasto ai momenti intensi che accadono all’interno della casa e simboleggia la prospettiva e l’esperienza del regista nella realizzazione del film.
- La scoperta accidentale di importanti fotografie guida la terza parte del film e aggiunge un senso di serendipità alla storia.
La fine del film “The Reptile”, inclusa la scena del frisbee, viene spiegata dal regista Grant Singer. Uscito il 29 settembre su Netflix, il thriller criminale vede Benicio del Toro nel ruolo di un detective inflessibile che indaga sull’omicidio brutale di un giovane agente immobiliare.
In un’intervista a Radio Times, il regista ha spiegato la fine de “The Reptile”. Il regista ha inoltre condiviso alcuni dettagli sulla scena del frisbee che gioca un ruolo importante nella conclusione. Leggi la sua spiegazione completa qui di seguito:
Il film evoca molto questa sensazione di non sapere. Ed è un equilibrio sottile tra rendere qualcosa di soddisfacente per lo spettatore, ma anche non mostrare loro qualcosa. In modo che possano chiedersi cosa stanno vedendo, quali sono le motivazioni, questa persona sta nascondendo qualcosa, cosa significa tutto questo? La mancanza di informazioni o di un indizio può talvolta essere più gratificante per uno spettatore del mostrare effettivamente. Credo che per quanto riguarda i misteri, le cose più nascoste tendono a essere quelle che durano di più. Quindi, si tratta semplicemente di trovare quel giusto equilibrio.
Quindi ci sono questi atti di Dio nel film. Questi momenti di serendipità , come quando Benicio, alla fine del secondo atto, sta mettendo via il fascicolo del caso del libro dell’omicidio e per caso cadono fuori due foto. E si rivelano essere le foto che mostrano il morso, che lo spingono a riconsiderare il caso e a guardare il morso, che in sostanza crea tutto il terzo atto del film.
Ci è piaciuta molto l’idea che questo atto di Dio accadesse nello scontro tra questi due personaggi. E il frisbee… beh, prima di tutto, il frisbee è motivato solo da questi bambini che giocano proprio fuori dalla casa. E questa idea che i bambini che giocano fosse come una… penso sia una bella metafora, un bel contropunto a quello che accadrà all’interno della casa. Hai questa conversazione davvero tesa, devastante, momento, esperienza, confluenza che sta per accadere e poi fuori hai questa gioia semplice dei giovani, dei bambini che si divertono.
L’idea è che io sono quei bambini che giocano. Questo è il mio primo film, mi sto solo divertendo, sto solo giocando e questa è la mia cosa. E il momento in cui i bambini guardano e stabiliscono un contatto visivo con Benicio alla finestra, quello sono io che stabilisco un contatto visivo con il mio attore protagonista, è un momento in cui il regista e l’attore hanno questo momento di connessione. Ed è stato un modo per trasferire la mia prospettiva e la mia esperienza nella realizzazione di questo film nell’esperienza della storia.
Tanto altro da venire…
Fonte: Radio Times