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Cosa sta succedendo con la rappresentazione di Al Pacino dell’offerta?

Cosa sta succedendo con la rappresentazione di Al Pacino dell’offerta?
Debora

Di Debora

14 Maggio 2022, 01:04


Il ritratto di Al Pacino nella serie della Paramount+ L’offerta, sulla realizzazione de Il Padrino, è sembrato molto diverso da quello che il pubblico di Pacino sa, ma è più accurato di quanto non si renda conto. The Offer segue il viaggio del produttore Albert S. Ruddy nel realizzare Il Padrino di Francis Ford Coppola, che è stata un’impresa a dir poco impegnativa. Nel cast di personaggi di The Offer, Miles Teller interpreta Ruddy, con Matthew Goode nei panni di Robert Evans, Juno Temple nei panni di Bettye McCart, Giovanni Ribisi nei panni di Joe Colombo, Dan Fogler nei panni di Coppola e Anthony Ippolito nei panni del giovane Al Pacino.

Al Pacino era un attore relativamente sconosciuto all’epoca in cui il Padrino era stato scelto, essendo apparso solo in The Panic in Needle Park di Jerry Schatzberg nel 1971 e recitando principalmente in produzioni teatrali, per le quali vinse due Tony Awards prima di Il Padrino. Coppola è rimasto colpito da Pacino e lo ha visto come l’unica opzione per il ruolo di Michael Corleone, anche se altri come Robert Redford, Jack Nicholson e Robert De Niro hanno provato per la parte. Dopo il successo de Il padrino, la carriera di Pacino è decollata e il suo personaggio di attore è cambiato radicalmente con ruoli in film come Scarface, Dog Day Afternoon, Glengarry Glen Ross, Heat e Scent of a Woman (per il quale ha vinto un Oscar). Pacino è spesso associato all’energia turbolenta e alla sua consegna ad alta voce, ma non è sempre stato così.

In L’offerta, Ippolito interpreta Pacino all’età di 30 anni, proprio mentre stava iniziando la sua carriera di attore hollywoodiano, e non l’intensa presenza per cui è noto oggi. Il Pacino di Ippolito è timido, tranquillo e affabile, e trasuda scarsa fiducia nelle sue capacità di attore, anche se è perseguitato da Coppola e Ruddy, che lo vedono come la loro migliore opzione per Michael. L’attore interpreta Al Pacino con un tono di voce passivo e nasale, che è abbastanza simile al vero Pacino dell’epoca. Il Pacino di Ippolito sembra disposto a recitare la parte, ma non è convinto di farcela. Questo atteggiamento pone uno sguardo interessante su un attore che non era ancora esploso a Hollywood e non aveva nulla da perdere, il che ha creato un’aria di apprensione nell’assumere il ruolo di Michael Corleone.

Perché l’offerta ha reso la sua performance di Al Pacino così strana

Nei primi video dell’audizione per Il Padrino, Pacino interpreta Michael Corleone in modo molto diverso rispetto al modo in cui si imbatte nel film finale, dimostrando che Coppola ha avuto molto a che fare con la trasformazione del giovane attore nello stoico Don-to-be. In quelle audizioni, Pacino si comporta in modo simile a come Ippolito lo interpreta nello spettacolo drammatizzato Il Padrino: timido, riservato, nasale e quasi imbarazzato dall’idea di recitazione. La sua interpretazione di Michael Corleone in quelle prime audizioni e prove era tristemente sottosviluppata rispetto a ciò che alla fine Pacino avrebbe portato al ruolo sullo schermo, il che lo trovava molto più confidente, intenso e silenziosamente minaccioso. Per il pubblico che conosce Pacino dai vari ruoli che ha interpretato nel corso degli anni, la performance di Ippolito può sembrare strana, ma è proprio il modo in cui Pacino si comportava in quei primi giorni.

La vecchia clip di Al Pacino mostra com’era veramente come fare il padrino

In una vecchia intervista del 1973 in cui parlava del suo ruolo in una produzione teatrale di Riccardo III (tramite YouTube), Pacino ha ancora un po’ di timido nervosismo, ma sembra più sicuro di sé e più serio di quanto non fosse nei nastri dell’audizione per il film Il Padrino. Tuttavia, non è il Pacino che in seguito avrebbe abbellito lo schermo con performance enigmatiche e potenti, poiché la miccia era stata accesa, ma sarebbe esploso con i film successivi. Pacino ha detto in passato che il ruolo di Michael Corleone ha cambiato tutto per lui, fungendo da “fulmine” che ha dato il via alla sua carriera. Riferendosi a quei primi nastri delle audizioni, Pacino ha detto che la sua testa era “in un altro spazio” in quel momento e che si sentiva “fuori posto” nei suoi primi film. “È stata una facciata che mi ha fatto superare queste audizioni. Perché grandi attori stavano facendo un provino per questa cosa”, ha detto Pacino in una recente intervista, continuando: “Per qualsiasi motivo, lui mi voleva e io lo sapevo. Lo potevi sentire. E non c’è niente del genere, quando un regista ti vuole. È la cosa migliore che un attore possa avere, davvero”. (tramite il New York Times)

Pacino avrebbe interpretato nuovamente Michael Corleone sia in Il Padrino: Parte II che in Il Padrino: Parte III, entrambi diretti da Coppola. La sua interpretazione nel primo sequel era più simile a quella del primo, ma la Parte III ha visto una performance più energica ed emotiva, che avrebbe potuto essere dovuta al divario di 16 anni tra i film e ben dopo gli eventi di The Offer. Pacino ha continuato a sviluppare la sua intensa personalità di attore molto tempo dopo la fine della serie de Il Padrino, con innumerevoli interpretazioni memorabili, fino alle sue recenti apparizioni in La casa di Gucci di Ridley Scott, L’irlandese di Martin Scorsese e C’era una volta di Quentin Tarantino… A Hollywood. L’attore sarà presto visto in Sniff di Taylor Hackford con Morgan Freeman, Helen Mirren e Danny DeVito.

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