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Brendan Fraser discute gli aspetti più complicati dell’utilizzo della prima tecnologia CGI in George of the Jungle. Rilasciato nel 1997, George of the Jungle ha visto Fraser nel ruolo del protagonista del film, rimasto orfano a seguito di un incidente aereo, che lo ha portato a crescere nella giungla. La commedia classica ha visto Fraser recitare al fianco di Leslie Mann, che interpretava Ursula Stanhope, e Thomas Haden Church, che interpretava Lyle Van de Groot, mentre John Cleese ha anche prestato la voce ad Ape, il migliore amico di George.
Data l’ambientazione di George of the Jungle, il film ha visto una serie di animali presenti nella storia, e ora Fraser analizza il processo di come la prima tecnologia CGI li ha aiutati a dare vita a queste creature. Durante una recente intervista retrospettiva con GQ, l’attore si è aperto su come il minimo movimento potrebbe costare più soldi allo studio, dato che la CGI era ancora agli inizi a questo punto. Fraser ricorda come i membri della troupe sono stati posizionati sul set per tenere d’occhio i movimenti specifici che stava facendo durante le riprese di alcune scene, citando una particolare sequenza in cui George presenta Ursula al suo elefante domestico, Shep. Dai un’occhiata alla citazione di Fraser qui sotto:
George of the Jungle stava usando la tecnologia CGI in un modo che all’inizio stava appena iniziando a entrare nel mondo del cinema, in un modo che ora diamo davvero per scontato. Ad esempio, il cane di George è Shep, è un elefante. Il giorno in cui abbiamo girato con Ty l’elefante, lo scatto era progettato per incastrare Shep con George e poi George presenta il suo cane a Ursula e dice “Questo è il mio cane”. Penso di essere andato a grattare l’elefante come si graffierebbe un cane e i ragazzi della CGI che erano lì a guardare, scrutando con occhi di falco ogni movimento che facevo perché se alzavo il braccio più in alto di un’immagine giocando e incrociavo, per esempio , gli occhi dell’elefante, è passato attraverso i suoi occhi, non potevano animarli nel modo in cui avrebbero voluto, per farli sembrare come se avessero grandi sopracciglia e ciglia ammiccanti. E se l’avessi fatto troppo basso, allora sarebbe stato un altro, non so, $ 100.000 se l’avessi fatto [waves arm high] ed era nel budget se l’avessi fatto [waves arm low].
Per quello che sappiamo ora e per quello con cui abbiamo iniziato allora e andando ancora più indietro nel tempo, è semplicemente sorprendente vedere cosa possiamo fare con la CGI. Tutto torna all’attore, l’attore crede in quello che sta facendo perché se non lo fa, il suo pubblico non lo farà. Non importa quanto te la cavi con tutte le campane e i fischietti.
Nonostante le recensioni contrastanti di pubblico e critica alla sua prima uscita, George of the Jungle ha riscosso un notevole successo al botteghino e rimane una delle commedie più popolari degli anni ’90. La calda accoglienza di George of the Jungle può essere in gran parte attribuita al suo cast stellare e al suo uso della commedia fisica, che consente al film di reggere ancora rispetto ad alcune delle uscite più recenti dello stesso genere. Il film è stato seguito da un sequel meno riuscito nel 2003, George of the Jungle 2, per il quale Fraser non è tornato, adducendo le esigenze fisiche come motivo per non riprendere questo ruolo memorabile.
Con George of the Jungle che funge da uno dei primi ruoli principali di Fraser, la performance dell’attore nei panni del goffo e bonario George ha incoraggiato il pubblico a continuare a rivisitare il progetto nel corso degli anni. Il film è recentemente rientrato nella conversazione culturale mentre Fraser ora fa il suo trionfante ritorno sotto i riflettori in The Whale, con la star che da allora ha deliziato il pubblico parlando dei suoi progetti passati, tra cui George of the Jungle, in una serie di recenti interviste. Fraser ha recentemente ricordato e si è scusato per un particolare incidente avvenuto sul set, in cui un’acrobazia in George of the Jungle ha causato il caos nella Bay Area di San Francisco, dopo che gli spettatori credevano che un manichino che penzolava da un ponte fosse una persona reale.
L’intuizione di Fraser sulle implicazioni dell’utilizzo di questa prima tecnologia CGI è certamente interessante e mette in luce solo i passi da gigante che sono stati fatti nel mondo della CGI negli anni successivi. Si potrebbe sicuramente sostenere che il primo CGI utilizzato all’interno di George of the Jungle regge assolutamente, soprattutto se si considera il duro lavoro svolto per implementarlo. Semmai, se abbinato alla straordinaria performance di Fraser, il CGI aiuta solo a stabilire il fascino eterno di questa amata commedia.
Fonte: Gq
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