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Riassunto
Il nuovo remake de “Il Signore delle Mosche” sarà un’adattamento più spaventoso che si concentra sull’orrore psicologico, secondo la sceneggiatrice del film. Le precedenti versioni de “Il Signore delle Mosche” non hanno esplorato pienamente i momenti brutali e cruenti presenti nel libro originale, che il nuovo remake si propone di fare. La sfida per la nuova versione sarà mantenere i temi originali del romanzo, come la lotta per il potere e la giustizia, pur offrendo anche paura e violenza.
Il nuovo remake de “Il Signore delle Mosche” sarà più spaventoso dell’adattamento originale, secondo quanto dichiarato dalla sceneggiatrice del film. Con il romanzo originale pubblicato nel 1954, la storia del governo anarchico instaurato dai ragazzi inglesi bloccati su un’isola deserta è da tempo presente nei programmi di lettura delle scuole superiori. “Il Signore delle Mosche” è stato adattato in due film americani, nel 1963 e nel 1990, entrambi accolti con reazioni miste. Ora, “Il Signore delle Mosche” sta per essere nuovamente adattato dal regista Luca Guadagnino.
La sceneggiatrice Lindsey Anderson Beer si è aperta a Collider sulla natura di questa nuova versione. Anderson Beer ha definito l’adattamento de “Il Signore delle Mosche” come un “orrore psicologico” la cui “intera approccio è molto fresco e rinfrescante”. Di seguito la citazione completa di Anderson Beer: “Si basa molto sull’orrore psicologico ed è ricco di dramma dei personaggi, come ci si può aspettare da qualcuno come lui [Guadagnino]. Ma è spaventoso. Leggerlo dà un senso di disagio e penso che si concentri su una versione più attuale rispetto a quanto abbiamo visto in precedenza. Penso che alcune persone abbiano cercato di affrontare questa storia in modo che non risuona davvero con il presente, e penso che l’intero approccio sia stato molto fresco e rinfrescante”.
Anderson Beer è un nome nuovo a Hollywood, ma, considerando i suoi prossimi lavori, non sorprende un aggiornamento horror de “Il Signore delle Mosche”. Anderson Beer ha co-scritto la sceneggiatura del prossimo sequel horror “Pet Sematary: Bloodlines”, che avrà la sua dose di sangue. Come indica la sceneggiatrice, Guadagnino non è certo estraneo al grottesco dopo aver diretto il suo film sul cannibalismo “Bones and All”.
Aggiornare “Il Signore delle Mosche” in questo modo sembra un approccio ragionevole basato sulla fonte originale. Mentre le versioni precedenti non erano così orribilmente cruente come avrebbero potuto essere, alcuni momenti del libro, come la morte di Piggy sotto una pietra e la tortura sessuale di un maiale sull’isola, si prestano a rappresentazioni più brutali. Come regista audace e senza timori, Guadagnino può sfruttare questi momenti, e sembra che l’ultimo remake soddisferà lo stile più spaventoso.
Nel realizzare un film di “orrore psicologico” tratto da “Il Signore delle Mosche”, Guadagnino e il cast dovrebbero fare molta attenzione a non diluire i temi originali del romanzo. L’impatto duraturo del libro non derivava dai singoli momenti di spargimento di sangue, ma dall’orrore allegorico della lotta per il potere e la giustizia all’interno di sistemi governativi caotici e corrotti. La premessa de “Il Signore delle Mosche” rimane intrigante, a condizione che il remake sia attento a non preferire gli effetti spettacolari dell’orrore rispetto alla risonanza tematica.
Fonte: Collider
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